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LE RADICI DEL VINO – I CRUS DELL’APPENNINO CAMPANO
Con la prima sessione dei lavori di insediamento del CTS svoltasi nel Salone delle Conferenze dell’Osservatorio dell’Appennino Meridionale, ha preso il via l’innovativo progetto di ricerca, monitoraggio e valorizzazione dei vini ottenuti dalle piccole vigne della regione Campania.
Superata la fase di legittimazione giuridica dei vini campani e delle strategie di promovalorizzazione realizzate nell’ultimo decennio, il settore enologico punta sull’accentuata tipizzazione dei cloni autoctoni nell’obiettivo di consolidare l’immagine delle numerose DOC e delle tre DOCG dando inizio ad un ampio monitoraggio territoriale nelle zone appenniniche superiori ai 400 mt. slm, negli areali svantaggiati da pendenze accentuate e da difficoltà di lavorazione delle vigne e della raccolta, sui terrazzamenti e nelle isole.
E’ proprio in una fase di strumentale appannamento dell’immagine regionale che la strategia e gli obiettivi che improntano gli step operativi previsti dal progetto possono aprire un nuovo varco ai vini del territorio dove la qualità costituisce l’unico grande fattore della produzione collinare e montana.
Al di là dei provvidi vincoli posti dall’osservanza dei disciplinari i nuovi parametri intendono garantire ai consumatori la sanità dell’ambiente pedoclimatico, le caratteristiche olfattive e organolettiche e il marchio d’area delle produzioni. Il tutto certificato dal Centro di Competenza delle Produzioni Agroalimentari operante dell’Università degli Studi di Salerno e dall’Associazione Enologi ed Enotecnici Italiani.
A lato l’elencazione delle personalità costituenti il CTS rappresenta un forte elemento di garanzia per il buon esito del progetto e, se necessario, l’assunzione del coordinamento dei lavori da parte di Alberto Caronte dello Staff dell’Assessorato regionale per l’Agricoltura e le Attività Produttive,costituisce un ulteriore segnale di professionalità.
Una volta intensificati i rilievi in vigna si valuteranno i primi dati del monitoraggio per poi seguire le fasi dell’imminente campagna vitivinicola e dar avvio alle selezioni sensoriali e di laboratorio che, per la prima volta, daranno il DNA dei vini selezionati.
Ad aprile, nel corso del Vinitaly 2008, presso l’agorà del Padiglione Campania il mondo del vino potrà conoscere le prime novità che, nel caso dei vitigni autoctoni campani hanno un cuore antico.
Comitato tecnico – scientifico
ALBERTO CARONTE ASSESSORATO ATTIVITA PRODUTTIVE E AGR.
REGIONE CAMPANIA
ANDREA CIRILLO VICEPRESIDENTE NAZIONALE U.N.C.E.M.
ANTONIO CORBO MASS MEDIA
DONATO CUFARI PRESIDENTE U.N.C.E.M. CAMPANIA
EUGENIO POMARICI ISTITUTO DI ECONOMIA – FACOLTA’
DI AGRARIA DI PORTICI
FRANCESCO VACCARO DIRETTORE OSSERVATORIO APPENNINO
MERIDIONALE
GAETANO RICCIO PRESIDENTE CUOCHI REGIONE CAMPANIA
GENNARO MARTUSCIELLO PRESIDENTE ENOTECNICI CAMPANIA
GIANCARLO MOSCHETTI DOCENTE DI MICROBIOLOGIA
AGRARIA UNIVERSITA’ DI PALERMO
GIORGIO DONSI’ DOCENTE FACOLTA’ DI INGEGNERIA DI SALERNO
GIUSEPPE DI NAPOLI AMIRA REGIONE CAMPANIA
GIUSEPPE MARTELLI DIRETTORE GENERALE ENOTECNICI –
ENOLOGI ITALIANI
LEONARDO BIANCHI DELEGATO ACCCADEMIA DELLA CUCINA
ITALIANA
LIA FERRETTI PRESIDENTE “ENOHOBBY” CAMPANIA
LIVIA IACCARINO RISTORANTE “DON ALFONSO” MASSALUBRENSE
LUCIANO PIGNATARO MASS MEDIA
PASQUALE DI LENA ESPERTO INTERNAZIONALE DI MARKETING VINI
RAFFAELE BEATO PROJECT MANAGER
RAFFAELE FERRAIOLI PRESIDENTE COMUNITÀ MONTANA AMALFITANA
VINCENZO RICCIARDI A.I.S
“ALLE RADICI DEL VINO: I CRUS DELL’APPENNINO CAMPANO”: L’OSSERVATORIO DELL’APPENNINO MERIDIONALE AVVIA I MONITORAGGI TERRITORIALI.
Con i lavori d’insediamento del Comitato Tecnico Scientifico,coordinati da Alberto Caronte dell’Assessorato Agricoltura e Attività Produttive della Regione Campania, il progetto “Alle radici del vino: i crus dell’Appennino campano” è entrato in fase attuativa con il diretto coinvolgimento della produzione enologica di qualità espressa nei territori interni superiori ai 500 mt. di altitudine, in quelli svantaggiati per eccesso di acclività e caratteristiche oropedografiche, delle aree terrazzate e delle isole. Il progetto, ideato da Raffaele Beato per conto dell’Osservatorio dell’Appennino Meridionale, ha trovato apprezzamenti e sostegno da parte del mondo accademico e dei rappresentanti dell’intera filiera produttiva impegnata nel mondo del vino, costituendo l’elemento catalizzatore del più ampio programma di sviluppo del marketing territoriale della collina interna e delle zone montane della Campania già a cura dello stesso Osservatorio.
Peraltro, il coinvolgimento,di numerosi esperti dei territori vocati o di nuova viticoltura, consentirà di disporre di un ampio monitoraggio dei vigneti e degli enopoli impegnati nella produzione di vini autoctoni ottenuti da antichi cloni e di quelli che, alle caratteristiche qualitative già imposte dai rigorosi disciplinari, aggiungeranno le decisive certificazioni del Centro di Competenza agroalimentare dell’Università degli Studi di Salerno oltre che l’autorevole garanzia delle selezioni sensoriali curate dagli Enotecnici Italiani.
In una fase acuta della domanda di sicurezza alimentare la nuova iniziativa produce ampie garanzie scientifiche documentando, non solo tutti i requisiti organolettici dei nuovi “crus” della Campania ma eliminando ogni dubbio sulla sanità ambientale dei vigneti producendo certificazioni relative alla presenza di metalli pesanti nel vino e nelle vigne.
Siamo in presenza di un atteggiamento di svolta rigorosa nel rapporto produzione-consumo con l’obiettivo di consolidare e accrescere la forza della vitivinicoltura campana sul mercato interno e internazionale, non trascurando il peso notevole che “il vino del territorio” ricopre quale ambasciatore di piccole comunità appenniniche che si aprono ai nuovi flussi del turismo rurale. Sul progetto si è registrata, fin dalla fase dell’originario protocollo d’intesa, la convergenza e il sostegno dell’Unione Nazionale Comunità Montane, del Centro di Competenza Agroalimentari dell’Università degli Studi di Salerno e degli Enologi ed Enotecnici Italiani. La stessa Regione Basilicata ha aderito al progetto apprestandosi ad avviare i monitoraggi sull’Appennino lucano.
Alla inconsistenza di campagne d’immagine di dubbia efficacia, ancora una volta si parte dal vino per privilegiare forme di garanzie concrete e percebili da ampliare all’intera offerta agroalimentare campana caratterizzata da un’evidente flessione della domanda .
Intanto, già nel corso del Vinitaly 2008, il programma ufficiale della Campania prevede una conferenza di aggiornamento dei primi risultati del monitoraggio territoriale che aprirà la strada ai “crus” della Campania ponendo all’attenzione degli estimatori dei vini di qualità nuove tipologie che affondano le radici nella storia ultramillenaria dei “vini degli Imperatori”.
IL TAN DELLE EMOZIONI – Marketing turistico ed imprenditorialità diffusa.
Venerdì 14 marzo 2008 a Calvanico, presso la Sala Conferenze della scuola primaria si terrà la tavola rotonda “Valorizzazione e commercializzazione del nocciolo: esperienze a confronto"
Saluti:
Antonio Conforti Sindaco di Galvanico
Tommaso Amabile Sindaco di Fisciano
Antonio Rescigno Presidente della Comunità Montana “Zona dell’Irno”
Introduzione:
Gerardo Villari Assessore Agricoltura Comunità Montana “Zona dell’Irno”
Interventi:
Rosario D’Acunto Presidente associazione nazionale Città della Nocciola
Raffaele Beato Project Manager marketing Osservatorio Appennino Meridionale
Antonio Verdoliva Dirigente STAPA-CEPICA Regione Campania - Salerno
Pasquale Barbuto Dirigente Col diretti - Salerno
Tino Iannuzzi Deputato
Andrea De Simone Senatore
Conclusioni:
Corrado Martinangelo Assessore Agricoltura e Foreste Provincia di Salerno
Modera:
Alessandro D’arco Antropologo-Ricercatore
I crus della Campania al 42° Vinitaly di Verona
Grazie all’impegno del Comitato Tecnico Scientifico del Progetto “Le radici del vino: i grandi crus dell’Appennino campano”, giungono i primi risultati del monitoraggio sull’intera platea aziendale regionale – circa 220 aziende trasformatrici di uve autoctone – condotto da Raffaele Beato, project manager dell’Osservatorio dell’Appennino Meridionale diretto da Francesco Vaccaro.
Beato illustrerà i dati conseguiti dalle osservazioni aziendali nell’agorà Campania (Pad.B), domenica 6 aprile alle ore 15,30. Al tavolo della conferenza parteciperanno Manuela Piancastelli, Eugenio Pomarici,Giuseppe Martelli e Andrea Cirillo. Dalle prime indiscrezioni risulta che il progetto relativo ai vini d’altura, dei terrazzamenti e delle isole abbia prodotto una prima selezione di 20 tipologie da sottoporre alle degustazioni sensoriali a cura dell’Associazione Nazionale Enologi ed Enotecnica Italiani per poi approdare alle analisi fisico chimiche e di sanità ambientale, preliminari alla individuazione di una vera e propria “impronta digitale” dei nuovi crus campani. Rilevante l’impegno del Prodal, Centro di Competenza Agro Alimentare dell’Università di Salerno, titolare delle prove d’analisi e delle attestazioni.
Fin dal post Vinitaly saranno intensificati i rapporti con le regioni Basilicata e Molise, la prima per l’avvio della fase operativa interessante i vini dell’Appennino lucano, la seconda in fase di adesione al progetto di rilevanza interregionale .
“Un particolare impegno – ha affermato Beato – sarà dedicato alla selezione di vini ottenuti dai vigneti secolari che la cultura contadina del Sud ha salvaguardato consentendoci di disporre di un patrimonio genetico dal quale riscoprire vini dimenticati ed eccellenti che confidiamo di presentare nel corso della imminente edizione di Vitigno Italia alla Mostra d’Oltremare di Napoli”.
GRANDI CRUS DELL’APPENNINO CAMPANO. PERFORMACE DELL’OSSERVATORIO DELL’APPENNINO MERIDIONALE AL 42° VINITALY DI VERONA .
ABSTRACT DELLA RELAZIONE DEL DR. RAFFAELE BEATO
“Vi ringrazio per aver collettivamente aderito all’incontro odierno che costituisce il naturale prolungamento della presentazione del progetto realizzata nel corso di Vinitaly 2007.
A distanza di un anno il progetto si nutre del sostegno della Regione Campania grazie alla sensibilità dell’on.le Andrea Cozzolino, Assessore all’Agricoltura ed alle Attività Produttive, che ha inteso inserire questo evento nel Programma Ufficiale di questa Edizione del 42° Vinitaly.
Fin dalla prima fase, l’idea progetto, vede validamente sinergici i partners del protocollo d’Intesa qui rappresentati dall’ANEEI e dall’UNCEM nella persona di Roberto Di Meo e Andrea Cirillo.
La stessa presenza di Manuela Piancastelli, giornalista e scrittrice di vino, costituisce un motivo di apprezzamento per quanto l’Osservatorio dell’Appennino Meridionale fa nel campo della ricerca e dello sviluppo enoico campano, sia pur con l’obiettivo di ampliare, da subito, il raggio d’intervento territoriale alla Basilicata e al Molise.
In queste ore è stato somministrata una “scheda indagine” alle 189 aziende presenti nell’area Campania ed è confortante considerare che, al di la del generale interesse delle aziende per le strategie e gli obiettivi del progetto – oltre il 50% delle imprese autocertifica requisiti tali da costituire una robusta platea d’indagine dalla quale selezionare - sia pure con rigoroso rispetto delle regole - un primo lotto di vini da sottoporre al giudizio degli enologi e degli enotecnici ai fin del superamento della soglia di 85/100.
Sarà poi il PRODAL dell’Università degli Studi di Salerno a procedere per l’attività analitica ai fini della identificazione genetica del prodotto per riconoscere il vitigno, la provenienza geografica e, volendo, anche la vigna. Un rigoroso rispetto per l’eccellenza enoica impone la identificazione dei polifenolici, dei componenti aromatici e del valore salutistico del prodotto ma, ed è un bene sottolinearlo, in periodi di abbassamento delle soglie di sicurezza della qualità percepita, la Campania lancia la sfida della assoluta trasparenza sui requisiti del prodotto vino e dell’habitat delle vigne: identificare il livello dei marcatori di inquinamento (i metalli pesanti) così escludendo ogni remora e attribuendo al prodotto la garanzia scientifica della sicurezza alimentare.
Nel loro percorso, griglia dopo griglia, la combinazione dei parametri ambientali, di quelli clonali, sensoriali e fisico–chimici “certificheranno” la irripetibilità dei prodotti fino a pervenire alla loro impronta digitale. Divenire “crus” assumerà una plusvalenza economica sorretta dalla dimostrabilità di un severo percorso culminante nel vino del vigneto appenninico, emblema di una ricerca oggettiva in cui il concetto di ”vino del territorio” perde l’ancor persistente soggettività.
D’altra parte una regione come la Campania che ha puntato e punta le sue chances enoiche sui vitigni autoctoni non può che posizionarsi su fasce di alta qualità e di prezzo adeguato, pronta a facilitare il riconoscimento delle fasi dell’intera filiera vigneto–cantina, affinché il consumatore abbia esaurienti riscontri in termini di tracciabilità del vino e rintracciabilità della vigna.
Sul fronte economico il mercato del vino campano esprime una corposa tendenza della domanda alla polarizzazione. A fronte di un incremento (+ 1,8%) della domanda di vini D.O.C.G. e del 2,1% di quelli di fascia bassa (tra i 2,5 e i 4,5 euro), il prodotto D.O.C., posizionato tra i 5 ed i 7 euro, subisce una drastica caduta della domanda (- 7,6% fino al - 9%) significando che, in fase di stagnazione dei consumi e con segnali di recessione in atto, non si può che puntare alla produzione di vini fortemente tipizzati, diversi da prodotti a gusto globalizzato, altamente qualitativi.
In un simile contesto gli autoctoni fortemente legati al territorio sono le uniche tipologie di vino in grado di superare le difficoltà congiunturali e di affermarsi nella prospettiva di una significativa ripresa dei consumi.
Inutile sottolineare che se queste analisi riguardano la domanda interna a maggior ragione influenzeranno quella internazionale.
Si è spesso ripetuto che unicamente la rigorosa osservanza dei parametri definiti dal progetto potrà stabilire il grado di affidabilità dei “crus” delle vigne dell’Appennino.
Per questo si è deciso di superare il genericismo della definizione di “vini del territorio” affiancando al concetto parametri e garanzie tali costituire una traccia utile per la definizione ed il riconoscimento di “sottozone” nei disciplinari di origine costituendo una ulteriore garanzia giuridica per motivare un giusto rapporto qualità/prezzo.
Al termine dell’avviato percorso della ricerca è auspicabile individuare “crus”, meglio sarebbe dire “vini di vigna”, autoctoni, vinificati in purezza, superiori ai 500 mtr. slm, su terrazzamenti, nelle isole, nelle ager del Vesuvio e dei Campi Flegrei. Tuttavia sembra giusto trovare la strada per una menzione particolare per i vigneti secolari, origine e testimonianza della robustezza dell’intero comparto.
In termini procedurali, nel corso del 2008, sono state osservate le produzioni e le principali caratteristiche di 278 aziende.
Da questa considerevole platea, una volta esclusi gli enopoli o le strutture di imbottigliamento impegnate in vini extraregionali, sono scaturiti elementi di interesse per n. 66 aziende di Avellino, 42 di Benevento, 19 di Caserta, 66 di Napoli e 25 di Salerno.
Nella successiva “crivellatura” il raffronto con i requisiti tende ad un ulteriore sfoltimento del lotto scaturito nella prima fase della ricerca. Pur tuttavia si assiste ad una marcata presenza del prodotto irpino, ad una buona affermazione dei vini isolani e dei due areali vulcanici napoletani, ad una confortante conferma dei vigneti terrazzati di Salerno. Maggiori approfondimenti vanno destinati ai territori di Benevento e Caserta, allo stato, in debito di requisiti.
Sarà interessante osservare che i vini in purezza sono per il 45% rossi e il 52% bianchi.
Nell’immediato, non oltre il maggio, saranno sottoposti alle degustazioni sensoriali i campioni di vini selezionati i quali, una volta anonimizzati, dovranno superare il punteggio di 85/100.
Al di là di questa soglia i vini saranno sottoposti alle osservazioni del PRODAL che attesterà i requisiti già riferiti.
Il secondo ramo della ricerca prevista dal progetto, vale a dire la riscoperta ai fini di una successiva valorizzazione dei vitigni minori, ha preso corpo costituendo un primo, interessante, elenco destinato a più rigorosi accertamenti in campagna e in cantina.
Ai soli fini divulgativi segnaliamo: Tintore, Aleatico Galluccio passito, Tuccanese o Turchinese, Passito di Salvitelle, Rosso di Gioi Cilento, Ripolo, Fenile, Ginestra, Tronto e Pepella della Costa d’Amalfi, Olivella vesuviana, Greco Muscio, Aglianicone, Sanginella e Moscatello Salernitano.
Come è facile verificare il progetto va avanti e registra il crescente interesse delle aziende che già chiedono di diversificare le produzioni in linea con le prime indicazioni scaturite dalla fase attuativa. Vorrei chiedervi cautela e attendere esiti più probanti, non fosse altro per il rispetto che si deve ai programmi aziendali in corso. Grazie ad ogni buon conto della fiducia. Grazie anche a nome di Michele Manzo, autorevole coprotagonista di questa iniziativa.
Ringrazio infine la dottoressa Antonella Monaco della Facoltà di Agraria di Portici per il prezioso contributo che vorrà dare al buon esito del progetto che si arricchisce dell’autorevole professionalità del prof. Luigi Moio, neo componente del Comitato Esecutivo del Gruppo Tecnico Scientifico”.
Aggiornamento short List di soggetti esperti per il conferimento d'incarichi di supporto alle attività dell'Osservatorio Appennino meridionale di cui all'avviso pubblicato in data 10 gennaio 2007
A conclusione della verifica del possesso dei requisiti d’accesso risulta ammessa la candidata elencata di seguito:
COGNOME NOME SPECIALIZZAZIONI
D’AURIA ROSA IVANA 18
Aggiornamento short List di soggetti esperti per il conferimento d'incarichi di supporto alle attività dell'Osservatorio Appennino meridionale di cui all'avviso pubblicato in data 10 gennaio 2007
IL PRESIDENTE
O M I S S I S
DISPONE
La riapertura dei termini (con scadenza alla fine di ogni mese) per la presentazione di istanze per l'inserimento della short list secondo le modalità del precedente avviso.
VALLO DELLA LUCANIA CAPITALE DEL GUSTO: FORMAGGI TIPICI E VINI DELL’APPENNINO CAMPANO AL SALONE LATTIERO CASEARIO
Da un’intesa tra Fiere del Vallo e l’Osservatorio dell’Appennino Merdionale nasce un autentico evento per questa edizione del Salone delle Tecnologie Lattierocasearie programmato per l’ottobre 2008.
La biennale di comparto dedicherà la giornata centrale alla presentazione delle massime espressioni qualitative dei vini dell’Appennino campano, si tratta di autentici crus selezionati grazie ad un progetto dell’Osservatorio sostenuto dalla Regione Campania. Basti pensare che la platea di aziende osservate, ben 440 entità produttive, per successive selezioni impostate su rigorosi requisiti, ha condotto a sole 18 tipologie di vini candidati a divenire esclusivi testimonials territoriali forniti da carta d’identità del prodotto e di sanità territoriale.
Nel ristretto lotto dell’eccellenza hanno avuto accesso unicamente vini di altura, di terrazzamenti, delle isole e dei vigneti autoctoni secolari.
Gli appassionati dei grandi vini ritengono un privilegio partecipare alla degustazione di queste eccellenze che gli Enologi Italiani e la stampa nazionale di settore già pongono in grande risalto indicando la via dell’alta qualità ad altre regioni come la Basilicata, il Molise e, in generale all’intero vigneto dell’Appennino meridionale. Da qui le adesioni al progetto guidato da Raffaele Beato e Francesco Vaccaro.
Si deve proprio a questi performer l’idea di presentare nelle giornate fieristiche l’abbinamento tra i nuovi crus campani e una eccezionale selezione di formaggi regionali conducendo per mano due turni di degustazione in cui saranno rivelate le caratteristiche dei vini e i segreti delle vigne originarie, unitamente ad ogni intimo particolare dei formaggi in degustazione. Ai fortunati presenti sarà chiesto di compilare schede di valutazioni e segnalare emozioni e suggerimenti del tutto personali.
Nella sala di degustazione si potranno ammirare l’angolo dei Grandi Crus dell’Appennino Campano e quello del Paniere dei Formaggi della Tradizione. Il pubblico potrà porre domande ai produttori presenti in un mix di storie di uomini e vicende delle vigne e dei pascoli.
L’accesso alle degustazioni è a numero limitato e disciplinato con il criterio delle prenotazioni.
Info e contatti: appenninomeridionale@unisa.it
Aggiornamento short List di soggetti esperti per il conferimento d'incarichi di supporto alle attività dell'Osservatorio Appennino meridionale di cui all'avviso pubblicato in data 10 gennaio 2007
A conclusione della verifica del possesso dei requisiti d’accesso risultano ammessi i candidati elencati di seguito:
COGNOME NOME SPECIALIZZAZIONI
MENNITI LAURA 1
ROMANO GIUSEPPE 17,18
VISCITO ROBERTA 7
MEDUGNO CARLA 1,5,7