Piante alimentari
In questa sezione sono incluse le piante utilizzate prevalentemente per l’alimentazione umana diffuse generalmente nell’area mediterranea. Di alcune di esse vengono consumati le infiorescenze, i frutti o i semi, di altre i bulbi, i tuberi, i rizomi, le foglie o l’intera porzione erbacea. Le piante alimentari poste alla base della Dieta Mediterranea sono oggi proposte al mondo intero per il contributo che danno ad un alimentazione sana.
Molte di esse possono rientrare nella categoria degli “alimenti funzionali”, consumati non soltanto per l’apporto nutrizionale ma anche per il contributo a migliorare lo stato di benessere e prevenire stati patologici quali, ad esempio, disturbi cardiovascolari, malattie degenerative, obesità, diabete, grazie alla presenza di specifici componenti e/o metaboliti secondari (fibra solubile e insolubile, fenoli, folati, carotenoidi, flavonoidi, ecc.).
Sul cartellino, è segnalato, inoltre, se la pianta appartiene a varietà o ecotipi della Regione Campania, una tra le regioni più ricche di agrobiodiversità vegetale. La salvaguardia della biodiversità, anche agraria, è diventata una delle emergenze alle quali siamo chiamati a rispondere per preservare dalla scomparsa il grande patrimonio di variabilità biologica che, specialmente nel territorio Mediterraneo, può essere vantaggiosamente utilizzato per la selezione e l’implementazione di caratteri utili per l’adattamento al cambiamento climatico, oltre che essere valorizzato per lo sviluppo di filiere alimentari di qualità legate a territori particolari.
Nel gruppo delle piante alimentari sono state inserite anche quelle spontanee (piante alimurgiche), raccolte in passato dalle popolazioni per sfamarsi in caso di povertà o durante le carestie, le pestilenze, le guerre, le calamità naturali. Oggi il recupero della conoscenza di queste piante e del loro utilizzo rappresenta un modo di salvaguardare i saperi tradizionali, la biodiversità ed è un possibile contributo all’agricoltura multifunzionale, tenuto conto altresì che la composizione della gran parte di esse risulta favorevole proprio in un’ottica di “alimento funzionale”.